Fulvio Martusciello, eurodeputato, capo delegazione di Forza Italia al parlamento Ue, coordinatore regionale in Campania. Come le è venuta l’idea di portare gli elettori campani residenti in Abruzzo in pullman per votare Marsilio?
«Abbiamo raccolto l’invito di Schlein e Conte alla mobilitazione e dato un passaggio a un po’ di amici».
Come spiega il successo senza Berlusconi?
«Berlusconi c’è sempre e il risultato abruzzese è diretta conseguenza dell’evento di Paestum di settembre scorso, quando ci ritrovammo in cinquemila per rilanciare il partito con la risalita del passo dell’alpino, come ama ripetere Tajani. Forza Italia sta tornando ad essere un bene rifugio: si posiziona il proprio voto come un investimento sul futuro. Ci stiamo dando una organizzazione di partito che prima non c’era».
Perché gli alleati dicono che fate l’opposizione a Roma, ma non a De Luca in Campania?
«De Luca è al termine della sua esperienza amministrativa. Ma a differenza di Bassolino, che nel 2009 accompagnò la sua uscita di scena con consapevolezza, lui non lo farà. I nostri veri avversari sono Manfredi e Fico, i quali immaginano di costruire candidature in tandem: uno alla Regione e l’altro al Comune di Napoli. Lo ha capito anche De Luca: non mi meraviglierebbe se decidesse di affiggere manifesti contro Manfredi dopo quelli contro Meloni».
Quanto c’è di vero che lei avrebbe aperto una porta alla candidatura dell’assessore regionale Caputo e avrebbe stretto accordi elettorali con consiglieri regionali deluchiani a Caserta?
«C’è un mondo che si è posizionato nel centrosinistra a seguito dell’insipienza della nostra proposta di candidatura alla presidenza della Campania del 2020».
Si riferisce alla ricandidatura di Caldoro?
«Sì, quella di Caldoro fu una delle sconfitte più cocenti. Ma ora tanti che avevano varcato il confine sono pronti a tornare a casa».
E il feeling con i deluchiani?
«Io incontro tutti. Ora sono ad Avellino».
È vero che candiderete alle Europee anche il presidente dell’Avellino D’Agostino?
«Faremo una conferenza stampa con il vice premier Tajani».
Anche sulla sospensione di Coscioni, presidente Agenas e consigliere di De Luca, lei ha mantenuto le distanze da FdI e Lega.
«Coscioni viene sospeso dal giudice per un errore medico. Non c’è battaglia politica. Siamo garantisti. Poi, un’altra questione sono le sue dimissioni da Agenas».
Se l’aspettava Francesca Pascale alla Leopolda che celebra il genio di Renzi, definendolo addirittura il vero erede di Berlusconi?
«Francesca è una persona libera che ragiona con la sua testa e fa le sue scelte».
Ma la scalata di Renzi a Forza Italia?
«Renzi non è un nostro interlocutore politico. Non ci interessa. Forza Italia va avanti per la sua strada».
Però per strada vi siete persi un po’ di battaglie libertarie.
«Assolutamente no. Siamo ancora più aperti a tutti».
Anche al mondo Lgbtqia+?
«Certo, nessuna distinzione. Ben venga anche il mondo Lgbtqia+. Non facciamo campagne contro e di discriminazione. Non siamo ideologizzati. Non aderiamo neanche alle campagne contro l’immigrazione. Siamo il partito delle libertà, dei rider e degli imprenditori».
Esagerato.
«Macché. Da non partito stiamo diventando un partito organizzato politicamente e proiettato verso le Regionali del 2025, lontano dalle posizioni ideologiche di certa destra conservatrice che è minoranza in Campania».
È l’ennesimo distinguo dagli alleati?
«No, ma già il fatto che nei Comuni al voto saremo pronti a scendere in campo accanto a tante liste civiche, vuole dire che diamo valore alla rappresentanza del territorio: è Forza Italia che va incontro alle istanze dei cittadini e non il contrario».(CORRIERE.IT)